Un sogno di donna

31.08.2012 20:33

E’ sicuramente nei sogni erotici di tanti uomini, non ci sono dubbi, ma pochi hanno la fortuna, come me, di conoscerla da anni e di avere una certa intimità. Per un periodo l’ho incontrata più volte in giro, per caso, come se il Destino me l’avesse messa apposta lungo la mia strada. Abbiamo sempre parlato del più e del meno, ma ultimamente mi parlava della sua crisi matrimoniale, del fatto che non traeva più piacere dai rarissimi rapporti col marito. Mi parlava estasiata del piacere che provavano le protagoniste dei miei racconti e mi diceva spesso che erano dei racconti molto eccitanti e che l’unica cosa più bella era viverli. Un giorno mi disse che suo marito sarebbe partito per un viaggio di lavoro e che sarebbe rimasta sola per una settimana intera. Non mi disse nulla di preciso. Mi diede solo questa informazione. Un pomeriggio, passando sotto casa sua, citofonai, quasi senza speranza di trovarla, invece il portone scattò e si apri. Faceva caldo e in casa era decisamente poco vestita. Vestita è una bellissima donna, ma quasi nuda è da infarto. La sua sensualità è travolgente, toglie il respiro. Mi offrì un drink fresco e ne bevve uno anche lei. Ci sedemmo in cucina, ma io non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Mi alzai e le misi le mani sulle spalle, baciandole contemporaneamente il collo. Sentendola gemere, le girai il viso e la baciai sulla bocca. Fu un bacio carico di voglia, di passione. Intrecciai le mie labbra alle sue, poi la mia lingua entrò nella sua bocca e si avvinse alla sua. Il bacio durò fino a perdere il respiro. M’inginocchiai e, sollevandole il leggero vestito, le scostai le mutandine, leccando il suo sesso, che già trovai abbondantemente bagnato. La mia lingua guizzava felice e esperta tra le piccole labbra, sulla clitoride, entrava nella vagina, spingendosi in fondo.

L’orgasmo arrivò violento e impetuoso. Le sue gambe tremarono e s’impennarono sulla sedia, mentre il lungo gemito, simile a un ululato, si trasformò in un grido. Mi prese la mano e mi condusse in camera da letto: “Prendimi, ti prego. Adesso lo voglio dentro. Prendimi!” Era una supplica. Con lo sguardo stravolto e il viso arrossato, ripeteva più volte questa frase. Sdraiata sul letto, le sollevai le gambe e la penetrai, profondamente, come adoro fare. Fu una lunga cavalcata, che le causò altre convulsioni di piacere. Poi la feci mettere alla pecorina e leccai ogni cosa mi si offriva alla vista. Ogni cosa… Cominciò ancora a gemere, sempre di più… Quando capii che stava ancora per venire, la penetrai. Nel farlo, mi muovevo da destra a sinistra, spingendo in punti che la mia esperienza sapeva molto sensibili. Venne ancora. Mi disse tre volte di seguito. Ci sdraiammo e facemmo l’amore fino a sera. Baciandoci, leccandoci e possedendoci l’un l’altro. Giurammo di rivederci. E  la promessa fu mantenuta…