Emule di Gabriele D'Annunzio (giochi dannunziani)

26.08.2012 03:23

 

Avevo manifestato la simpatia per Gabriele D'Annunzio e per il suo modo di vivere il sesso da sempre. Ad un certo punto ricevo un invito in email. Una donna, che vive da sola, mi invita a prendere un caffè da lei. Così al buio, senza nemmeno una foto. Mi dice che ha un'indole dominante e che vuole un uomo aperto come me. Il giorno concordato vado da lei. La chiamo sul cellulare, mi dice il piano. Salgo con l'ascensore: quinto piano. Una porta è socchiusa. La spingo, entro. Mi accoglie con un sorriso. Poi mi dice di andare in bagno. In bagno per un caffè? Mah...strano. Mi dice di spogliarmi subito ed anche lei si toglie tutto. E' una donna sui quarant'anni, bella, ma non bellissima. Mi dice di entrare nella vasca da bagno. Entro. Lei in un attimo mi è sopra. M'invita in modo perentorio ad aprire la bocca. Un fiotto caldo d'urina comincia a gorgogliare nella mia bocca. E' profumata. Sa di voglia, di femmina, di sesso. In parte la bevo, in parte ruscella lungo il mio corpo, fino ad arrivare sul mio membro, che diviene subito duro ed eretto. Quando è arrivata all'ultima goccia, poggia la sua vulva sulla mia bocca. Non mi lascio pregare. Gliela lecco con dovizia, con metodo e bravura. L'orgasmo arriva forte ed imperioso, mentre me la schiaccia ancora di più sulla bocca. La mia lingua entra nella vagina e la esplora, gustando i copiosi umori di cui è ripiena. Il membro mi sta per scoppiare. Non mi permette di toccarlo. Si mette in modo che il suo ano sia in corrispondenza del mio torace. Lentamente lo vedo aprirsi. Uscire fuori. Mentre fa capolino un nuovo dono. Più solido del primo, ma non tanto. Un ultimo sforzo, accompagnato da alcune gocce d'urina, e il solido dono si accumula sul mio petto. E' caldo, odoroso. Mi permette di toccarmi. Mi basta solo sfiorare il membro per godere. Godo come mai nella mia vita. Lei sorride. Si è scostata e mi invita a giocare con la sua cioccolata. La tocco, la plasmo come se fosse argilla. La uso per masturbarmi. Il membro è ancora durissimo e vengo in breve tempo per la seconda volta, mentre lei, pietosa, mi fa leccare ancora il suo clitoride gonfio di voglia. La mia lingua non le lascia scampo. Un altro orgasmo è vicino. Gode anche lei. Poi mi lavo, mentre lei si riveste. E mi dice di tornare, se ne ho voglia. Mi tratterà ancora come merito.